Siamo ciò che mangiamo oppure anche, per conoscere le malattie bisogna conoscere il cibo” così, già nel 400 a.c. Ippocrate padre della medicina e nei secoli tutti i suoi allievi definivano il rapporto tra uomo/salute/cibo.
Oggi, secoli dopo i migliori ricercatori al mondo, impegnati nel settore riscoprono le stesse verità.
(Reuters Health) – Un consumo raddoppiato di noci, frutta, verdura e legumi, e un dimezzamento del consumo di carne e zucchero. Sono queste le basi sulle quali poggia quella che gli scienziati definiscono la dieta ideale per la salute del pianeta e dei suoi abitanti.
La dieta, rinominata “Planetary Health”, è il risultato di un progetto triennale commissionato dalla rivista medica The Lancet, che ha coinvolto 37 specialisti di 16 paesi, i quali sostengono che se il mondo seguisse questa dieta, ogni anno si potrebbero prevenire oltre 11 milioni di morti premature, le emissioni di gas serra verrebbero ridotte e si preserverebbe una maggiore quantità di riserve di terra, acqua e biodiversità. S
I regimi alimentari non salutari attualmente causano più morti e malattie in tutto il mondo rispetto alle malattie sessualmente trasmesse e all’uso combinato di alcol, droghe e tabacco.
La dieta ideale
Nella dieta messa a punto dagli esperti, il consumo medio globale di alimenti come carne rossa e zucchero dovrebbe essere ridotto del 50%, mentre il consumo di noci, frutta, verdura e legumi dovrebbe raddoppiare.
Per i singoli paesi, questo potrebbe significare cambiamenti ancora più drastici: le persone in Nord America, per esempio, mangiano quasi 6,5 volte la quantità raccomandata di carne rossa, mentre in Asia meridionale solo la metà della quantità suggerita da un corretto regime dietetico.
Raggiungere tali obiettivi con le verdure amidacee, come patate e manioca, comporterebbe un grande cambiamento nell’Africa sub-sahariana, dove le persone, in media, mangiano 7,5 volte la quantità consigliata.
“Il cibo che mangiamo e il modo in cui lo produciamo determina la salute delle persone e del pianeta e, attualmente, lo stiamo facendo nel modo sbagliato”, spiega Tim Lang, professore alla British University of London, che ha co-diretto la ricerca. “Nutrire una popolazione di 10 miliardi di persone entro il 2050 con una dieta sana e sostenibile sarà impossibile senza trasformare le abitudini alimentari, migliorare la produzione di cibo e ridurre gli sprechi alimentari. Abbiamo bisogno di un cambiamento del sistema alimentare globale su una scala mai vista prima”.
I ricercatori sono comunque consapevoli che è quasi utopico sperare in un’adozione globale della dieta, perché esiste una vasta disuguaglianza globale dell’accesso al cibo.
“Più di 800 milioni di persone non hanno cibo a sufficienza, mentre molte altre consumano una dieta malsana che contribuisce alla morte prematura e alle malattie”, ricorda Walter Willett della Harvard University. “Anche se non riusciremo a mettere in atto questo cambiamento, dobbiamo comunque tentare di avvicinarci ad esso il più possibile”.
Fonte: Reuters Health News
Kate Kelland